Capisce il tuo modo di pedalare, di impostare una curva e, soprattutto, di frenare: insomma, apprende dalla tua stessa esperienza, analizzandola e dandoti consigli in tempo reale. Blubrake Sixth Sense – “Sesto Senso”, non a caso – è un complesso mix di intelligenza artificiale e sensoristica all’avanguardia che concorre ad un’idea semplicissima: far sì che il ciclista non cada (quasi) mai.
Fabio Todeschini, il 31enne ingegnere italiano che ha sfornato l’idea in seguito ad un dottorato in System And Control al Politecnico di Milano, è salito alla ribalta della stampa nazionale dopo la sua comparsa al CES di Las Vegas (il Consumer Electronic Show, la fiera di riferimento nel mondo per le innovazioni hi-tech) ma Blubrake è una start-up che prospera all’interno dell’incubatore di imprese e-Novia già da tempo.
Perché tanta attenzione per l’idea sviluppata da Todeschini e dal suo team di lavoro?
Sesto Senso è l’assistente perfetto per ogni ciclista: BB6S, questo il suo “nome in codice”, racchiude in soli 280 grammi di peso un sistema che rileva la velocità di crociera della bicicletta, valuta se si stanno superando i limiti di sicurezza ed avvisa il ciclista, aiutandolo a modulare la frenata per evitare il classico bloccaggio delle ruote (e l’ancor più classico nonché potenzialmente disastroso volo che ne consegue).
Come fa?
Grazie a 5 elementi interconnessi ed integrati nel telaio della bici: una parte di essi osserva ed elabora i dati, cercando di prevedere il nesso causa-conseguenza, una “parla” al ciclista, per comunicargli cosa fare, una permette all’utente di impostare il dispositivo e, infine, l’ultima rappresenta l’ormai immancabile connessione via app.
La prima componente è data dall’Artificial Intelligence Control Unit abbinata all’Inertial Measuremet Unit – leggi: accelerometri e giroscopi – ed è preposta a “capire” come si comporta il mezzo in movimento, analizzandolo tramite algoritmi specifici.
L’input a modificare la frenata parte da qui, basandosi anche sui dati trasmessigli dall’High Resolution Speed Sensor, un sensore di velocità posto al mozzo anteriore della ruota, che la rileva fino a 200 volte al secondo (una capacità incredibile rispetto allo standard dei normali “colleghi” in commercio).
La comunicazione tra Sesto Senso ed il ciclista, uno degli aspetti più interessanti lato utente, avviene tramite la leva del freno: è il Sixth Sense Haptic Actuator ad occuparsene, con una tecnologia che i videogiocatori ben conoscono.
Si tratta infatti di un minuscolo motore integrato nella leva del freno anteriore che, qualora le control units rilevassero un elevato rischio di blocco della ruota, trasmette alla mano del ciclista una vibrazione che gli suggerisce di modulare diversamente la frenata.
Chiaramente ogni tipo di percorso ed ogni stile di corsa richiedono differenti modi di interpretare i dati di movimento, cosa che l’utente può chiedere a Blubrake Sesto Senso di fare tramite la Rider Experience Setting Interface, mentre l’app permette di impostare servizi aggiuntivi coma la chiamata automatica di emergenza, in caso di caduta, o il tipo di vibrazione sulla leva del freno.
Il sistema ideato da Todeschini ha, per il momento, avuto un focus particolare sulle biciclette da corsa, a partire dalla collaborazione con Pinarello per la realizzazione dei prototipi ed ha richiesto tre anni di lavoro perché fosse approvato dalla Federazione Ciclistica Italiana ma ha di fronte a sé un orizzonte praticamente sconfinato.
Blubrake Sesto Senso si presenta come un’evoluzione naturale, quasi necessaria, per le bici usate negli spostamenti urbani: fatti due conti, è una potenziale vittoria sulla lotteria del mercato del ciclo.