Ci sono storie che si intercettano lungo la strada, come quando vai in bicicletta e trovi un compagno di ruota inaspettato che ha voglia di raccontare. Alcune storie le abbiamo incrociate a Legnano, nella nuova sede dell’Unione Sportiva Legnanese. La scusa è la presentazione di un libro sulla Legnano.
Una, due, tre coincidenze per niente casuali. Il padrone di casa Roberto Damiani, mica uno qualsiasi, ha saputo riunire un pubblico d’eccezione e di storia assieme a due narratori speciali del ciclismo: Marco Pastonesi e Claudio Gregori. Stavolta nella veste di autori del libro “Legnano, storia di biciclette e campioni” (Ediciclo, 2015). Quando metti insieme due così è come stare a teatro. Il resto lo ha fatto il passaparola. Storie e aneddoti si intrecciano e corrono nella via del ciclismo come i gregari nel gruppo a portar l’acqua ai capitani. Che poi, in questa occasione speciale, di corridori ce n’erano pure. A cominciare da Vittorio Seghezzi, gregario di Bartali al Tour del 48 e battuta pronta, da bravo luogotenente che sa guardare bene le spalle del suo capitano. E ancora oggi è pronto a tirare qualche frecciata a “quello lì”, che i francesi li conosceva così bene che ne portò in Italia qualche vizio. Pietro Nascimbene, il gregario che a Coppi dava del lei, poi Marino Vigna, il Campione Olimpico (perché quello è l’unico titolo dello sport per cui non si diventa “ex”) e Francesco Marazza, a rappresentare la Emilio Bozzi, tutt’ora proprietaria del marchio Legnano (ora gestito da Cicli Esperia).
Un intreccio di storie e un incrocio di destini. Mancava De Gregori a cantare, ma c’era Gregori a decantarne le gesta. Ci passeresti delle ore senza annoiarti. Come a sentire di quel Giro d’Italia del 1910, quando la Legnano puntava a vincere, dopo la prima edizione che vide trionfare l’Atala di Luigi Ganna e per questo aveva preso i corridori più importanti, uno squadrone cui ne capitarono di tutti i colori.
Più di un’ora ad ascoltare gli aneddoti di Marco Pastonesi, altro autore del libro e compagno di squadra nella Gazzetta dello Sport di Claudio Gregori. Giornalisti di un ciclismo che affascina e ha storie da raccontare, così belle che le classifiche le lasciamo leggere agli altri, quelli che il ciclismo pensano che si esaurisca con le righe della cronaca di giornata.
Alta cultura sportiva. Quella che fa venire la voglia di andare in bici, anche subito. Voglia di leggere e di pedalare.