Fantic Issimo sfonderà l’ormai sottile muro che divide ebike e ciclomotori? La bicicletta a pedalata assistita, la cui crescita va assumendo dimensioni importanti anche nel nostro mercato con oltre 148.000 unità vendute lo scorso anno, ha trovato un fertile terreno di sviluppo nella sua capacità di declinarsi in relazione ad una molteplicità di possibili utilizzi allargando così di fatto il suo pubblico potenziale.
Un fenomeno che negli anni 70 e 80 era stato interpretato dai ciclomotori, i cosiddetti cinquantini, che riuscivano a coprire esigenze vaste e diversificate, proponendosi, a seconda della livrea indossata, ora come mezzi ideali per la mobilità urbana ora come veicoli per il tempo libero, lo sport, il divertimento.
In questo contesto, Fantic Motor, marchio con un passato ricco di emotività nel settore moto ed in quello dei ciclomotori, ha pensato di riproporre in veste di bicicletta a pedalata assistita o meglio di e-bike, issimo, uno dei suoi modelli di maggior successo del passato.
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“Arrivo in un Issimo”
Era lo slogan di lancio del ciclomotore Fantic Issimo, ideale, continuava la pubblicità dell’epoca, “per accorciare le distanze, per essere più presto con gli amici, per vivere liberamente la propria giornata.”
Caratteristiche non dissimili da quelle che sembrano aver ispirato il nuovo Issimo, presentato in anteprima a EICMA 2018 ancora in forma di prototipo e progettato per assolvere al meglio alla moderna mobilità urbana grazie alla pedalata assistita e ad un aspetto tecnologico, essenziale ma confortevole.
Tecnica e design di Fantic Issimo
Il design punta su un telaio in alluminio, con struttura a traliccio a vista nella parte anteriore e coperture laterali in plastica che gli conferiscono un look piacevole ed innovativo, forcella conica, anch’essa in alluminio e robusto reggisella del diametro di 30,9 mm.
Il motore elettrico, posizionato centralmente per garantire un confortevole equilibrio dei pesi, rispetta la normativa vigente con una potenza massima di 250 Watt, 36 Volt, ed è in grado di erogare una coppia da 95 Nm.
La presenza di un cambio epicicloidale, nella sostanza un variatore automatico continuo di velocità, interno al mozzo posteriore offre inoltre la possibilità di migliorare la sensazione di guida.
La batteria a ioni di litio da 360 Wh, con una autonomia dichiarata di 120 chilometri, dà più che sufficiente certezza alla copertura dei percorsi urbani che il veicolo è chiamato a svolgere. Inoltre, la scelta di alloggiarla nella parte centrale del mezzo assicura ancora maggiore stabilità di marcia.
Un display multifunzione retroilluminato consente la lettura di tutte le informazioni necessarie relative ad autonomia, modalità di guida, tipologia di percorso etc. Come ormai è prassi sui veicoli di alta gamma, è prevista la connessione con lo smartphone.
I freni anteriori e posteriori sono a disco idraulici, da 180 mm di diametro mentre le ruote appaiono fortemente caratterizzanti grazie a pneumatici di misura 20” x 4.0 a garanzia di un grande confort nei percorsi urbani.
Particolare non trascurabile, il peso del veicolo, in virtù di una attenta progettazione della ciclistica interna all’azienda, è contenuto in 30 kg.
Due gli allestimenti presentati in fiera e previsti per la commercializzazione: Urban già predisposto per portapacchi e seconda batteria, e Fun per un impiego più disinvolto nel tempo libero, caratterizzato da un manubrio tipo BMX.
È annunciata a breve anche una versione Speed Pedelec a 45 km/h che, ricordiamo, per la legislazione europea dovrà essere soggetta ad omologazione come un normale ciclomotore.
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Una storia importante: dal ciclomotore all’e-bike
La Fantic Motor, Fabbrica Veicoli Ricreativi, come recitava la pubblicità anni settanta, nacque in provincia di Lecco nel 1968, per volontà di Marco Agrati uscito dall’azienda di famiglia, la mitica Agrati Garelli, casa costruttrice leader assoluta, con Piaggio e Rizzato, nel settore delle due ruote di piccola cilindrata negli anni in cui i ciclomotori dettavano legge sul mercato ed erano il sogno di tutti gli adolescenti.
Anche Fantic ne divenne una delle più prestigiose interpreti, esaltandone l’aspetto più sportivo ed aggressivo, grazie al beneficio d’immagine che derivava ai suoi ciclomotori dalle imprese sportive di una produzione motociclistica tanto qualificata da arrivare alla conquista di tre titoli mondiali nella disciplina del trial nella seconda metà degli anni 80.
Successivamente, una profonda crisi di mercato e finanziaria portò quasi alla scomparsa del marchio, con un susseguirsi di alterne vicende fino alla sua acquisizione nel 2014 da parte di VetNetWork, una rete di imprenditori veneti che, con l’adozione di un nuovo modello di business, si prefigge di rilanciare aziende sostanzialmente sane e valide ma sotto patrimonializzate o che non hanno avuto le giuste opportunità di sviluppo.
Fantic Motor, il cui brand aveva mantenuto intatte tutte le sue valenze nel tempo, con l’avvento della nuova proprietà ha ripreso la sua strada affiancando a nuovi modelli motociclistici sia enduro che motard, una ricca gamma di bici a pedalata assistita sia città che e-mtb, con l’obiettivo di conquistare un’importante quota di mercato in un settore in piena espansione sia in Europa che in Italia.
Sono ritornati così alla ribalta nomi di prodotti storici e carichi di fascino come il Caballero, oggi ripresentato anche in versione moto elettrica, ed appunto Issimo, simbolico anello di congiunzione tra ciclomotore e pedalata assistita.
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